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logoVi segnalo questa conferenza che si terrà giovedì prossimo, 9 maggio 2013, presso l’università San Raffaele di Milano, dal titolo Linguaggio e neuroni specchio.

I relatori sono Giacomo Rizzolatti e Luciano Fatiga e devo ammettere che costituiscono due ottimi motivi per non mancare a quest’incontro che dovrà essere senza dubbio molto interessante.

La conferenza si terrà alle 14.30 presso l’aula Sant’Ignazio al Dibit2.

Comunque per altri dettagli vi rimando alla pagina ufficiale dell’università.

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Oggetto di sempre maggiore attenzione nelle ricerche sulla cognizione (prima animale e poi umana), i neuroni specchio sembrano poter giocare un ruolo centrale anche nella spiegazione della comprensione del linguaggio naturale.

Prima di soffermarmi su questa relazione, tuttavia, vorrei dedicare questo post alla breve descrizione di che cosa sono e di qual è la funzione di quel gruppo di neuroni cui è stato affibiato il curioso appellativo di “specchio”.

Cominciamo col dire che i neuroni specchio sono stati inizialmente individuati da un gruppo di ricerca italiano, dell’università di Parma, coordinato dal Prof. Giacomo Rizzolatti attorno agli anni ’80-’90. La ricerca mirava a studiare i neuroni che nel cervello del macaco sono dedicati al controllo dei movimenti della mano. Tuttavia, i ricercatori si accorsero casualmente che tali neuroni si attivavano anche quando il macaco vedeva compiere gesti che coinvolgevano movimenti della mano dei ricercatori stessi.

In seguito si sono eseguiti esperimenti volti a dimostrare la presenza di neuroni specchio anche nell’essere umano e oggi ci sono buone ragioni per credere questo.

 

Ma in definitiva, che cosa sono quindi questi neuroni? e qual è la loro funzione?

I neuroni specchio sono innanzitutto delle cellule nervose: dei neuroni appunto. La loro caratteristica principale è quella di attivarsi in due circostanze:

a) quando l’individuo compie una certa azione;

b) quando l’individuo vede compiere la stessa azione da un altro individuo.

 

Ciò pare suggerire che noi comprendiamo le azioni compiute da chi ci sta intorno attivando le stesse cellule neuronali che si attivano quando siamo noi stessi a compiere quell’azione:

In virtù infatti di questa duplice attivazione, i neuroni specchio costituiscono un dispositivo neurofisiologico che mette in relazione le azioni esterne eseguite da altri con il repertorio interno di azioni dell’osservatore. Pertanto questo meccanismo sembrerebbe permettere al soggetto una comprensione dell’azione altrui “dall’interno” o, più precisamente, attraverso la stimolazione del proprio sistema motorio. (Severini, Neuroni specchio: leggi l’intero articolo)

 

In un prossimo post mi soffermerò sulle conseguenze che questa scoperta ha avuto per lo studio della comprensione del linguaggio. Ora, invece, per concludere, vi segnalo questo interessante video-intervista in cui Giacomo Rizzolatti parla dei neuroni specchio e di alcuni aspetti ad essi correlati, come la ricerca sull’autismo.

 

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