Giunto alla sua IX edizione, dal 21 ottobre al 2 novembre si terrà a Genova il Festival della Scienza, intitolato “150 e oltre”. Sono molti i nomi importanti invitati a tenere una conferenza durante questi giorni. Per maggiori informazioni, o per il programma del festival potete visitare il sito ufficiale.
Tuttavia, visto l’argomento di questo blog, vi segnalo un incontro in particolare, previsto per il 28 ottobre a Palazzo Ducale (sala del Maggior Consiglio, Piazza Matteotti 9):
Dean Falk, Alla ricerca della nostra lingua. Madri, bambini e origini del linguaggio
Cito dal sito del festival:
In un periodo remotissimo della preistoria, tra i sette e i cinque milioni di anni fa, accadde qualcosa dalla portata evolutiva incalcolabile: i nostri progenitori raggiunsero la postura eretta. Secondo la paleoantropologa Dean Falk, ciò pose le condizioni per un altro, dirompente accadimento, le cui origini sono ritenute in genere molto più tarde, oltre che misteriose. Stiamo parlando della nascita del linguaggio: l’elemento distintivo dell’animale uomo. Falk avanza una congettura rivoluzionaria ed estremamente suggestiva, che collega bipedismo e articolazione dei suoni. Nella sua ricostruzione, protagoniste assolute sono le antiche madri e la loro prole. Non avrebbero potuto raccogliere bacche, radici, erbe necessarie al sostentamento senza appoggiare a terra i piccoli, ormai incapaci di aggrapparsi a loro come invece continuava a succedere tra le scimmie antropomorfe. L’unico contatto con gli esserini inermi e piangenti rimaneva allora quello vocale. Cercavano di acquietarli con vocalizzi, ossia rudimentali sonorità melodiche destinate in seguito a trovare affinamento e sviluppo nel protolinguaggio, ma sopravvissute fino a noi attraverso il maternese, la lingua universale dalle tonalità affettive e dalle modulazioni musicali con cui in tutto il mondo ci si rivolge ai bambini piccoli. Falk ritiene questa “musica parlata” fondamentale non solo per l’apprendimento delle abilità linguistiche e per la maturazione emotiva e sociale; la sua analisi appassionata rivaluta l’interazione madri-figli anche per sfere diverse dell’espressione umana, come ad esempio il canto. Le origini di musica e linguaggio affonderebbero così nella notte dei tempi, quando accudire significava restare a portata di voce.
Lo ammetto, il tema dell’origine del linguaggio è molto suggestivo e interessante. Difficilmente, tuttavia, si potrà mai dire qualcosa di definitivo a riguardo. Il problema sta, infatti, nell’impossibilità di verificare le ipotesi che ogni studioso ha avanzato. Di certo però è possibile escludere quelle meno plausibili.
Ritenere che l’origine del linguaggio possa essere spiegata esclusivamente in termini di vocalizzi finalizzati ad acquietare i figli durante la raccolta di cibo mi pare essere meno plausibile di molte altre ipotesi. Ammetto però di non conoscere molto il lavoro della Falk… non ci resta che seguire la sua lectio magistralis e vedere quale sarà l’impressione finale.
Voi cosa ne pensate?