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Archive for giugno 2011

FregeAlle origini della filosofia analitica – e di conseguenza anche della filosofia del linguaggio contemporanea – si pone quasi sempre la figura di Gottlob Frege, logico e filosofo tedesco vissuto a cavallo tra l’800 e il ‘900.

Il suo principale contributo viene dall’introduzione della distinzione tra senso (Sinn) e riferimento (Bedeutung), sviluppata nell’articolo del 1892 Über Sinn und Bedeutung.

Che cosa siano il senso e il riferimento di un’espressione liguistica dipende in primo luogo dal tipo di espressione linguistica. Prendiamo, ad esempio, il caso dei cosiddetti termini singolari (ovvero i nomi propri e le descrizioni definite come “il professore di latino”): il riferimento del termine singolare “il professore di latino” sarà il professore di latino, ossia l’individuo cui l’espressione fa riferimento. Più complessa è la caratterizzazione del senso. Il senso, infatti, è il modo in cui l’oggetto di riferimento viene presentato: per capirci, io potrei parlare del mio professore di latino chiamandolo “il professore di latino”, ma anche chiamandolo per nome “Mario Bianchi”. Uno stesso individuo, ma diversi modi di “presentarlo”, diversi modi per denotarlo.

Ora, a prescindere da ciò, in questo post volevo far notare che Frege introdusse la distinzione tra senso e riferimento per uno scopo ben preciso. Nell’articolo del 1892 si era proposto, infatti, d’indagare la nozione di identità, cercando di comprendere per quale ragione gli enunciati della forma ‘a = a’ avessero un diverso valore informativo rispetto a quelli della forma ‘a = b’. Con un esempio: l’enunciato “Mario è Mario” non ci dà una grande informazione; invece “Mario è il professore di latino” ci dice qualcosa di più. A cosa è dovuto ciò e come lo si può spiegare? Del resto ‘Mario’ e ‘il professore di latino’ si riferiscono allo stesso individuo. Perché il secondo enunciato allora è più informativo del primo?

Frege notò che nel primo caso si trattava di una semplice affermazione di identità tra un oggetto con se stesso. Nel secondo caso invece si aveva un incremento nella conoscenza del parlante, poiché si utilizzavano due nomi apparentemente distinti per riferirsi a un unico individuo nel mondo. Insomma il motivo della differenza nel valore informativo poteva essere spiegato ricorrendo alla nozione di senso e distinguendola da quella di riferimento:

«Se abbiamo trovato che in generale è diverso il valore conoscitivo di “a = a” e “a = b”, questo dipende dal fatto che, per il valore conoscitivo, il senso dell’enunciato, cioè il pensiero in esso espresso, è non meno rilevante del suo riferimento, cioè del suo valore di verità. […] il senso di “b” può essere diverso dal senso di “a”, e anche il pensiero espresso in “a = b” può essere diverso da quello espresso in “a = a”: i due enunciati non avranno allora lo stesso valore conoscitivo.» (Frege [1892])

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bergamo scienza 2011Anche quest’anno la città di Bergamo ospiterà la manifestazione BergamoScienza, giunta ormai alla nona edizione. Si terrà dal 1 al 16 ottobre 2011.

Per chi non ne avesse mai sentito parlare, o non vi avesse mai partecipato, è bene sapere che BergamoScienza è un festival della scienza intesa in senso molto ampio: si trattano moltissimi argomenti, dalla genetica all’antropologia, dalle neuroscienze alla filosofia del linguaggio e della mente (che può forse interessare maggiormente chi sta leggendo questo blog), dalla chimica all’astronomia a tante altre discipline.

Uno dei maggiori pregi di questa manifestazione è quello di proporre, tra i vari relatori invitati, i nomi di spicco della ricerca mondiale. L’organizzazione poi è delle migliori e l’affluenza di pubblico rasenta l’entusiasmante.

Per adesso vi segnalo questo articolo pubblicato da L’Eco di Bergamo e vi lascio questo link alla pagina del festival. Vi terrò aggiornati sui programmi – soprattutto per quanto riguarda filosofia e scienze cognitive – nelle prossime settimane.

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Violi, significato ed esperienzaPer questa volta mi permetto di parlare di un libro “non nuovo”, nel senso che il libro in questione è stato pubblicato una decina di anni fa presso Bompiani. Tuttavia, ritengo che sia talmente interessante e bello da leggere che non si può non averlo nella propria libreria se si è interessati di filosofia del linguaggio e scienza cognitiva.

L’autrice è Patrizia Violi, docente della storica cattedra di Semiotica all’università di Bologna.

Il libro è suddiviso in tre parti. Nella prima sono presentati tre approcci allo studio del significato: la semantica filosofica-logica classica; la semantica strutturale; la semantica cognitiva.

Nella seconda parte si discutono invece i modelli di rappresentazione: quello classico, per cui un concetto può essere inteso come l’insieme delle condizioni necessarie e sufficienti per la sua applicazione; quello a prototipi, emerso in seguito alla ricerca condotta da Eleanor Rosch.

La terza parte contiene invece la proposta dell’autrice, ossia una Semantica esperienziale e inferenziale.

La grande qualità del libro sta nella capacità di considerare e porre a confronto temi e aree di ricerca spesso tenute distanti fra loro: filosofia, semiotica, linguistica, scienza cognitiva, psicologia e neuroscienze. Consigliato!!!


Violi P., “Significato ed esperienza”, Bompiani, 2001

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